I lavori nel metaverso del presente e del futuro

Le professioni più gettonate nel Metaverso: via alle candidature

Nel metaverso c’è vita – digitale, certo, ma pur sempre vita. Hai un avatar personalizzabile, negozi dove poter effettuare degli acquisti, scuole da frequentare per ottenere specializzazioni utili nella vita vera, altri avatar con cui interagire. Il metaverso è talmente simile alla nostra realtà che non ha mancato di farsi scenario per le prime, grosse contese legali in grado di scomodare brand del calibro di Hermès e Nike. Ci sono anche lavori nel metaverso che puoi svolgere, reinventandoli in base alle esigenze richieste dalla piattaforma.

L’atmosfera è così febbricitante tra le pieghe virtuali di questo mondo dal fascino irresistibile da non stupire che comincino a profilarsi alcuni ruoli professionali specifici che, proprio nel metaverso, sembrano trovare terreno fertile. D’altra parte, si vendono NTF (oggetti virtuali, n.d.r.) a prezzi altissimi pagando in criptovalute.  Alcuni tra i nomi più famosi sul mercato internazionale (come Mc Donald’s e Abercrombie) non se lo sono fatti ripetere due volte prima di procedere alla registrazione del marchio. I corsi online di formazione fioccano come le margherite in primavera. Perché mai dovrebbe stupire che inizi a concretizzarsi una classe di lavoratori esperti, pronti a colonizzare le rispettive aree di competenza?!

Oggi, vediamo insieme quali sono le professioni più gettonate nel metaverso e perché. 

L’impresa edile del Metaverso

No, non è decisamente quello che potresti pensare. Siamo ben lontani dai mestieri che vengono tradizionalmente accostati alla nomenclatura. Quando parliamo di impresa edile del metaverso, stiamo effettivamente parlando degli stessi professionisti in grado di progettare e costruire la realtà virtuale. Dunque, dimentica l’ingegnere e i muratori con cui sei abituato ad avere a che fare quando si tratta di dare forma a una casa o a una ristrutturazione. 

Immagina, invece, uno stuolo di:

  • programmatori;
  • illustratori 3D;
  • sviluppatori;
  • game designer.

Saranno loro a mettere in piedi nuovi spazi e ambienti dove gli avatar potranno muoversi e interagire gli uni con gli altri, ma anche con il mondo circostante.

Content creator per esperienze sempre più immersive

Storyteller a raccolta per un salto nel mondo più innovativo che ci sia al momento! L’obiettivo è duplice, il che permette un doppio sbocco a chi opera come content creator. I content creator potranno sfruttare le loro capacità narrative per:

  • promuovere i vari universi e le possibilità di interazione offerte agli utenti;
  • ragionare con il cliente pronto a invadere il metaverso per raccontare nel modo giusto il prodotto/servizio che si intende piazzare nella nuova realtà virtuale, andando ad aumentare le chance di vendita.

Nell’uno come nell’altro caso, gli storyteller hanno il coltello dalla parte del manico e hanno già uno spazio ritagliato nel mercato. Quindi, via alle candidature!

Industrial e fashion designer, i lavori nel metaverso già attivi

Il termine più corretto per definirli è già stato coniato, non solo per creare una distinzione con i ruoli tradizionali ma soprattutto per meglio identificare le modalità di svolgimento del mestiere. Si parla di crypto artist per indicare quei professionisti in grado di creare certificati di autenticità di opere digitali. Per capire perché sono necessari, facciamo un passo indietro.

Nel metaverso, i beni digitali prendono il nome di NTF (non-fungible token). Affinché questi possano essere legalmente venduti a collezionisti – e, dunque, pagati in criptovalute – è necessario che ottengano un certificato di autenticità. Ed è proprio qui che subentrano i crypto artist.

Stando così le cose, è facilmente comprensibile per quale motivo questi professionisti ricoprano già un ruolo di prim’ordine nel metaverso e nel suo mercato in pieno sviluppo: chiunque crei un NTF e sia intenzionato a una vendita ha bisogno del certificato che solo questi esperti possono rilasciare.

Esperti nella cybersecurity per un Metaverso più sicuro

Un metaverso funzionale, immersivo, con opere spendibili non è un metaverso valido se è a rischio di attacchi; se è una realtà poco sicura per chi la naviga. Per questo motivo, l’esperto nella cybersecurity è uno di quei ruoli immancabili nella realtà virtuale. Il suo compito è letteralmente quello di scongiurare ogni genere di pericolo nelle aree del metaverso controllate da blockchain.

Non è difficile immaginare per quale motivo la sicurezza giochi un ruolo tanto importante in un mondo costituito esclusivamente da pixel e algoritmi, dove le persone sono disposte ad investire ma non possiedono la competenza per comprendere cosa stia davvero accadendo ad ogni loro movimento – soprattutto, ad ogni transazione. 

Partiamo, infatti, dal presupposto che non esiste un solo metaverso, bensì plurimi metaversi tra cui scegliere e dove decidere di svolgere i propri affari. Ciascuna realtà virtuale ha interesse a mantenere elevato il livello di cybersecurity per evitare che spiacevoli incidenti possano indurre gli utenti a transumare in direzione di un altro metaverso. Nessuno vuole perdere clienti e la realtà virtuale non fa eccezione.

Avvocati specializzati nella tutela della proprietà intellettuale

Tra i lavori nel metaverso, non potrebbe non spiccare quello dell’avvocato. Se è vero che le prime controversie sono già sorte, questo implica che sono già stati chiamati in causa alcuni colleghi – costretti a fare i conti con la normativa esistente e a persuadere il giudice che meriti applicazione anche nel metaverso.

Di diritti da proteggere nel metaverso, del resto, non ne mancano a partire proprio dalla proprietà intellettuale. In un mondo in cui le regole sono in corso di definizione e la sperimentazione sembra la sola vera regola congeniale a tutti, commettere un passo di troppo nella direzione sbagliata è semplice. Lo sa bene l’artista di Los Angeles Mason Rotschild, creatore di NTF, che si è visto portare alla sbarra per aver dato vita ad alcune creazioni digitali. Questo il reato contestato? No di certo, ma la brillante idea di aver scelto un nome in qualche modo noto alla boutique francese Hermès, tale da lederne suppostamente la proprietà intellettuale.

 

Il terreno per i lavori nel metaverso, insomma, si prospetta fertile, soprattutto per alcune categorie di professionisti. Altre sono già state messe all’opera e altre ancora hanno già cominciato ad affacciarvisi con interesse, come gli esperti del marketing che delle campagne di comunicazione nel metaverso per i clienti hanno fatto un nuovo ramo di carriera. O, ancora, i promotori di alcuni corsi online all’avanguardia per la formazione di nuove generazioni di imprenditori. 

Il tempo di scegliere non si avvicina: è già passato.

Cambia l’education: perché scegliere un MBA online

3 motivi per conseguire un MBA online. Scopri come scegliere quello giusto

Non si finisce mai d’imparare. Non importa che tu abbia 10, 20, 30 o 60 anni. Il mondo ha in serbo per te sorprese sulle quali vale la pena rimanere informati. Certo, a meno che tu non voglia restare fuori dal mondo e non preferisca accontentarti di farti raggiungere da quel po’ di informazione che incontra il tuo cammino. Se, invece, sei uno di quelli che crede nell’education e non riesce a fare a meno di servirsi costantemente al buffet delle nuove nozioni, saprai che le cose sono cambiate e continuano a modificarsi molto rapidamente. Nel senso che sai meglio di me perché convenga scegliere un corso online per raggiungere i tuoi risultati di apprendimento – specie se si tratta di un MBA online.

Basta i limiti imposti dai corsi in presenza e benvenuta la possibilità di esplorare lo sconfinato universo del web con le sue offerte fuori dall’ordinario. Altri prima di te hanno già compiuto questa scelta, del resto, facendosi precursori di un movimento destinato a crescere in modo esponenziale. Le grandi decisioni si prendono online, i documenti si trasmettono online, intere aziende esistono esclusivamente online. Perché non dovrebbe valere lo stesso per il mondo dell’education?!

Io credo in un approccio disruptive, che si liberi del rinsecchito e inutilizzabile retaggio lasciato dal passato e guardi al futuro. Lo abbracci. Anzi no. Vi si immerga. In questa massa informe di novità pronta a farsi tutto, vale la pena sguazzarci e diventare tutto ciò che vogliamo.

Oggi, ti mostro quali sono i motivi per cui dovresti prendere il tuo legal MBA online.

1. I corsi di legal MBA online sono molto accreditati

Banalmente, l’idea più ricorrente sui corsi online è che siano meno validi e meno accreditati dei corsi in presenza. La ragione di questa tesi è ancora da individuare. Quello che posso dirti è che stiamo parlando di aria fritta. Non c’è ragione di convincersi che un MBA online non valga tanto quanto il suo gemello fisico. Anzi, la rapidità con la quale sta crescendo il numero di programmi online è tale che molte università ed enti stanno già facendo a gara per adeguarsi.

Parlo per esperienza personale quando dico che, dietro la strutturazione di un corso di legal MBA online, c’è molto altro rispetto all’ambizione. Ci sono mesi di lavoro e il desiderio di soddisfare il bisogno inascoltato di un target preciso. C’è l’intenzione di arrivare là dove gli altri hanno fallito e di farlo nel modo giusto. Ci sono impegno, ricerca delle migliori tecnologie, valutazione dei contenuti, collaborazione con altri professionisti. Solo così si arriva alla prima Business Law School nel Metaverso, là dove la presenza in un territorio ancora inesplorato come la realtà digitale non depaupera il progetto ma lo eleva.

2. Hai la possibilità di organizzare i tuoi orari in modo flessibile

Assenza di vincoli: è questo uno dei pregi da non sottovalutare di un MBA online. Non essere costretto a presenziare alle lezioni in un luogo preciso in determinati giorni è la chiave di volta per gestire la tua vita con la massima flessibilitàNo more sacrifici impossibili per conciliare tutto. Con un corso telematico puoi permetterti il lusso di decidere tu come organizzare i tuoi tempi e vivere la tua vita.

Il programma della Business Law School di ThinkLegal, ad esempio, prevede alcune lezione live in cui è necessario essere connessi in un dato momento nella classe virtuale del metaverso. Prevede anche una parte di lezioni registrate da poter guardare in qualsiasi momento.

Mentre segui un MBA online, ad esempio, potresti:

  • viaggiare, sfruttando le soste per un po’ di sano apprendimento senza impedirti il divertimento;
  • lavorare, perché sei nella condizione di incastrare gli impegni con tranquillità;
  • trasferirti in un altro Paese, seguendo il corso della vita.

Letteralmente e praticamente, non hai limiti.

3. L’MBA online ha costi ridotti rispetto ai corsi in presenza

A meno che tu non viva a 200 metri dal luogo in cui si trova la sede del corso e sia il proprietario della casa in cui vivi, seguire un corso in presenza ha i suoi costi. Parliamo di costi di trasporto, costi per il cibo e costi accessori, oltre a quelli previsti per il corso in se stesso. Quando segui un corso online, questi problemi si azzerano: non sei costretto a spostarti, né a comprare qualcosa da mangiare per le pause, né a sostenere spese eventuali che non avevi calcolato. Vivi la tua vita così com’è.

Tutto quello che ti serve, del resto, è online e tecnicamente viene fornito al momento dell’acquisto del corso online. Da quel momento, non avrai più alcuna necessità di mettere mano al portafoglio per uscite impreviste. Il che è piuttosto comodo, non trovi? Significa che sai fin da subito l’ammontare della somma che dovrai sborsare e che, una volta effettuato il pagamento, non avrai altre richieste. Sarete solo tu, il corso di MBA online e il riconoscimento che speri di ottenere.

Come scegliere il corso di MBA online giusto?

Ognuno tira acqua al proprio mulino, quindi sarà difficile per te trovare onestà in questo mondo. Del resto, non è soltanto una questione economica ma anche di prestigio: tutti vogliono dimostrare agli altri di aver avuto più iscrizioni e, dunque, vantare il titolo di miglior corso di MBA online. La realtà è che i meriti, in questo caso, non andrebbero soltanto a chi ha pensato e strutturato il corso, ma anche e soprattutto al reparto marketing che ha saputo venderlo.

Ad ogni modo, se stai cercando un corso di legal MBA online, dovresti orientare la tua ricerca su alcuni fattori essenziali:

  • Offerta formativa – Verifica quanto sono disposti a investire nella tua istruzione, quanto vogliono dare in cambio dei tuoi soldi. In fondo, la compravendita è un do ut des. Pretendi il meglio e sii critico anche sui dettagli.
  • Innovazione tecnologica – Se il massimo che ti offrono sono 4 video montati male e un paio di lezioni live su Teams, non state parlando la stessa lingua. Siamo nel mondo del metaverso, dei visori e dei guanti sensoriali. Non puoi accontentarti del minimo!
  • Effettività – Va bene il numero di lezioni e come vengono svolte, ma considera il contenuto. Non vuoi entrare in una stanza virtuale figa solo per sentire uno che parla 3 ore di teoria. I contenuti devono darti materiale in grado di renderti operativo subito, di formarti per il mondo del lavoro adesso. Scarta chi non l’ha ancora capito

Nella lista impietosa di pretese che devi avere per scegliere un buon corso, ricorda sempre che tu sei il protagonista della storia. Tu devi essere soddisfatto. Tu devi essere pronto. E, siccome il tempo è denaro più del denaro stesso, non lasciare che qualcuno sprechi il tuo. Scegli con accortezza. Taglia fuori il superfluo e vai al core.

Legal MBA: la versione 2.0 del master MBA

Legal MBA: il tassello mancante nel mondo dell’education di cui i giuristi del futuro hanno bisogno

Nel mare magnum dei cambiamenti e delle richieste che vengono dal mondo circostante, l’unica cosa che si possa fare per sopravvivere è adattarsi. Come la canna di bambù sopravvive alle raffiche di vento piegandosi, così è nostro compito fare tesoro delle istanze esterne e trovare il modo di dare loro vita, interpretandole. Così dovrebbe fare un master MBA.

Potrebbe sembrare il delirio di un folle, ma ti accorgerai presto che è più la riflessione lucida di uno che si guarda spesso intorno e non riesce a fare a meno di porsi delle domande. Ad esempio, cosa vogliono i giovani? Li stiamo ascoltando? Cosa possiamo fare concretamente per loro e come? 

Io, oltre a farmi le domande, mi sono dato delle risposte. In un universo così dinamico, non possiamo permetterci di rallentare. Anzi, dobbiamo navigare a bracciate ancora più vigorose per raggiungere nuovi, ambiziosi obiettivi pronti a sconvolgere il mondo dell’education e a renderlo un terreno privo dei limiti del passato. 

Master MBA: time to change was yesterday

Un alunno del master MBA con visore presso la business law school nel metaverso

Siamo già in ritardo, che ci piaccia ammetterlo o no. Sono anni che le richieste degli studenti rimangono nell’etere dell’inascoltato. Chiedono più pratica e meno teoria e, in cambio, ricevono un assaggio di pratica e altra teoria. Sono sazi, pieni fino all’orlo di nozioni che non hanno occasione di applicare perché così è strutturato il settore dell’education

Il master MBA è uno dei tasselli essenziali per chiunque voglia comprendere le dinamiche aziendali a 360° e integrare le proprie funzioni specialistiche. Ha il pregio di essere orizzontale, di ricomprendere tutto quello che può essere (e va) ricompreso in un percorso di general management:

  • finanza aziendale;
  • marketing;
  • gestione della produzione e delle operazioni;
  • risorse umane.

È questo che lo differenzia da un master specialistico, che per sua natura è, invece, verticale. Alla fine di un master MBA, la tua formazione è ampia e sai quello che dovresti sapere per entrare nel mondo del lavoro con una nuova, più profonda consapevolezza. Ecco perché le tue opportunità crescono e le proposte di lavoro aumentano: se hai una maggiore comprensione di ciò che accade intorno a te e delle dinamiche di un’azienda, hai anche una migliore padronanza del tuo ruolo.

Questo non significa che stiamo facendo abbastanza. Una formazione del genere è già sul punto di vedersi attribuire l’aggettivo “passato” o “vetusto”, se non mantiene alti gli standard richiesti dalla modernità. Da qui, la soluzione dell’MBA online.

Online MBA, la soluzione che muove verso il futuro

Oggi, si fa tutto online. Ci si conosce online, si assume online e si licenzia online, si svolgono esami online e si ottengono riconoscimenti online. Dunque, non c’è motivo per non prendere l’MBA online e tagliare la linea del traguardo con la stessa brama di conquista, ma attraverso uno schermo.

Sono due le ragioni, in particolare, che dovrebbero spingerti nella direzione di un MBA online – entrambe così valide che sono sicuro che effettuerai quantomeno una ricerca in merito alla fine di questo articolo. Sto parlando della flessibilità e dell’accesso a tecnologie innovative.

Per quanto riguarda la flessibilità, credo che tu riesca a immaginare a cosa mi riferisco. Se il Covid-19 ci ha insegnato qualcosa, è che riuscire a equilibrare la vita privata con il lavoro è un valore irrinunciabile. Seguire un corso online ti permetterà di non soffrire lo stress degli spostamenti e dell’obbligo delle lezioni in presenza, dandoti la libertà di incastrare gli impegni come meglio credi. Agenda alla mano e calendario sott’occhio, dovrai solo far quadrare le cose e la possibilità di accedere ad alcune lezioni registrate sulla piattaforma ti sarà senz’altro d’aiuto.

Per quanto riguarda l’accesso a tecnologie innovative, mi sento di riassumere il tutto in un’unica parola: metaverso. Non ambire a un corso che non ti offra il massimo del massimo, che in questo momento è fatto di visori e guanti sensoriali, lezioni con il tuo avatar e possibilità di confrontarti con classi internazionali di alunni provenienti da ogni parte del mondo. Questo è fare education. Soprattutto, questo è un online MBA ed ecco perché dovresti sceglierlo.

Legal MBA, il percorso che forma i giuristi del futuro

Non c’è trucco e non c’è inganno, solo la consapevolezza di chi un master MBA lo ha conseguito e sa che del diritto proprio non si può fare a meno, se si conta di offrire una preparazione a 360° in termini di general management. Così, ho pensato che la versione 2.0 dell’MBA fosse proprio il Legal MBA.

Da qui e dal desiderio di accogliere il grido di protesta dei giovani giuristi, è nato il progetto della prima Business Law School nel Metaverso e l’idea di offrire un percorso improntato su un modello nuovo di fare education. Sì alla teoria ma quanto basta per dare applicazione concreta al diritto. Sì alla teoria ma espressa in modo semplice, chiaro e conciso. Sì alla teoria ma alla maniera di ThinkLegal.

Quello che desidero è riuscire a formare una nuova generazione di giovani esperti del diritto, capaci di insinuare il mondo del lavoro in modo consapevole. Se l’attuale sistema educativo prepara figure inesperte che si approcciano al mondo del lavoro con incertezza e un grande senso di incompetenza, con il mio Legal MBA le carte in tavola cambiano. Non soltanto i miei ragazzi sapranno parlare con cognizione di causa di un dato argomento, ma sapranno dare applicazione pratica a quel concetto se messi nella condizione di mostrare la loro effettiva preparazione.

La prima Business Law School nel Metaverso

Perché il metaverso? Perché il metaverso è l’ultima frontiera – al momento, almeno – del digitale, quella dove tutti vogliono piantare la bandiera prima del concorrente. Sopra ogni cosa, però, è il luogo dove i confini non esistono. Gli studenti possono seguire le lezioni da ogni parte del mondo, confrontarsi e lavorare a casi concreti in aula. 

È questo il futuro: la possibilità di sperimentare e crescere senza i limiti imposti da un libro o da un sistema inadeguato di education. Ci si può incontrare. Ci si può conoscere. E, perché no, possono anche nascere delle opportunità di lavoro.

Questo e molto altro è il percorso previsto dal Legal MBA presso la prima Business Law School nel metaverso Made in ThinkLegal. Salta su e diventa parte della brigata! La meta è l’infinito.

La prima Business Law School nel Metaverso

È arrivata la prima Business Law School nel Metaverso, frutto di un progetto rivoluzionario firmato ThinkLegal

Game changer sono le due parole che racchiudono al meglio la vocazione e il senso tutto di un progetto come ThinkLegal, nato da chi ha sempre creduto che il futuro serbi il carburante necessario a portare avanti la creme de la creme delle idee. Del resto, se di scoperte ne sono state fatte nel tempo, è tutto merito degli avanguardisti e della loro capacità di proiettarsi oltre la linea dell’orizzonte visibile ai più. 

L’idea della prima Business Law School nel Metaverso nasce proprio dallo stesso bisogno di non fermarsi a ciò che è conosciuto e di guardare più in là del proprio naso. Dall’esigenza di modificare lo stato delle cose per assecondare l’esigenza di un cambiamento profondo che interessa il mondo dell’education e che, spesso e troppo a lungo, è rimasto inascoltato.

Con ThinkLegal, dopo anni di studio e analisi, dati e soprattutto ascolto, abbiamo spalancato le porte del metaverso per creare la prima Business Law School. L’obiettivo? Formare i giovani alla pratica del diritto dopo anni di un approccio teorico al limite del paleolitico.

La miccia che ha acceso questa rivoluzionaria idea

Come ho già detto, io credo nell’ascolto e di testimonianze, in particolar modo di giovani, ho avuto occasione di ascoltarne nel tempo. A colpirmi, è stato il confronto con una ragazza che chiamerò Francesca, una brillante studentessa formata da uno dei più rinomati istituti del Paese. La lamentela che Francesca mi portava aveva lo stesso sapore di esasperazione di quello di altre centinaia di migliaia di giovani su LinkedIn e nel mondo: aver studiato per tanti anni su grossi libri ed essere uscita dall’università del tutto impreparata ad affrontare il mondo del lavoro.

Da là, si è accesa la scintilla che ha dato fuoco alle polveri, al mio bisogno di cambiare le carte in tavola in modo drastico e di dare effettivamente a una fetta di mercato ciò che stava disperatamente chiedendo già da tempo senza che nessuno prestasse orecchio a questa invocazione. Avrei dato una preparazione pratica a chi voleva averla e avrei preparato i giovani al mondo del lavoro, finalmente.

Per questo, quando parlo della prima Business Law School nel Metaverso e so di poter fare in nome di ThinkLegal, lo faccio con fierezza e uso il termine game changer. Non soltanto io mi sono sempre posto in maniera differente rispetto al modo canonico di intendere la professione di avvocato, ma ho finalmente l’occasione di farlo all’ennesima potenza e di formare altre persone che, come me, credono che il diritto non debba per forza rivestirsi di un eccesso di formalismi. Del resto, non ho mai fatto mistero di essere quel tipo di professionista che spesso si presenta in felpa agli incontri.

Ad ogni modo, ciò che mi preme in questa fase è puntare sui giovani. L’Italia non si è infatti resa conto che non possiamo permetterci il lusso di perderli.

Un percorso di education incentrato sui giovani

Essere un Paese competitivo significa investire sui giovani: questo è un messaggio che l’Italia non ha ancora capito. Se così non fosse, la c.d. fuga di cervelli non sarebbe una delle realtà più tristi che ci affliggono ancora oggi, dopo che se ne è tanto dibattuto. Invece, sentiamo costantemente notizie di ragazzi italiani di grande talento che ottengono risultati di eccellenza presso istituti stranieri, portando prestigio ai Paesi che hanno saputo accogliere e curare quella preparazione.

L’idea di investire nell’education dei nostri ragazzi è sempre stata una priorità per me. Con la prima Business Law School nel Metaverso, il fine sarà formare un’élite di giovani giuristi cui trasmettere il valore di una formazione ampia, che avrà a che vedere sia con il legal sia con l’imprenditorialità.

Al bando la visione oramai in corso di superamento di un avvocato legato alla toga e alla scrivania che non sa fare business! Nel mondo di oggi, un avvocato deve essere anche un imprenditore e pensare con una mente rivolta al business. Ed è questo che voglio insegnare ai ragazzi della business law school di ThinkLegal. Da qui il nome del corso: legalMBA.

La pratica del progetto della Business Law School nel Metaverso

Un progetto ambizioso comporta una mole di lavoro impegnativa il doppio, a maggior ragione se sei un game changer e il tuo modo di porti è disruptive perché sei costretto a scontrarti con le resistenze circostanti. Di questo, sono stato consapevole sin dall’inizio e, forse, è stata proprio questa consapevolezza a permettermi di andare avanti con ostinazione nonostante le sfide.

Scendendo nel dettaglio, il progetto formativo si struttura su due livelli:

  • video lezioni accessibili in qualsiasi momento;
  • live e legal clinic nel metaverso.

Con le micro lessons, voglio assicurarmi di fornire ai miei studenti i c.d. essentials e, cioè, le nozioni base di cui ha bisogno per essere immediatamente operativo, per ottenere una risposta semplice e completa alle sue domande.

Con le live e la discussione dei casi affrontati nel metaverso insieme al resto della community, invece, voglio scendere più in profondità e voglio che si venga a creare quel dibattito arricchente che, di fondo, è parte del fascino che sta alla base del diritto – quello un po’ da serie tv americana che appassiona più delle nostre aule di tribunale.

È in questo modo che LegalMBA arriverà a formare i giuristi del futuro, rendendoli i giuristi di oggi e creando un team di professionisti capaci di affrontare il mondo del lavoro con la padronanza delle materie di diritto e la mentalità dell’imprenditore.

Il valore della community all’interno della Business Law School

Un percorso di education non può e non dev’essere un percorso in solitaria, altrimenti il suo valore è destinato a dimezzarsi. Per questo, nel progetto formativo pensato da ThinkLegal, la community assume un ruolo tutto fuorché secondario. 

La community è il luogo in cui:

  • si scambiano idee e competenze;
  • nascono progetti e collaborazioni;
  • nascono opportunità lavorative.

Se dovessi definirla in un modo soltanto, direi che la community è la culla del valore dell’intero progetto perché è nelle persone che i dati trovano senso ed è dalle persone che scaturiscono le migliori possibilità di crescita. E, in una realtà come quella del Metaverso che è ancora sconfinata e in continua evoluzione, con la Business Law School miriamo a raggiungere risultati che superano perfino gli orizzonti della nostra immaginazione.

Per citare una frase che piace tanto ai bambini, i massimi cultori dell’abbattimento di schemi e barriere, “verso l’infinito e oltre”.

I reati nel Metaverso: le 3 principali categorie

I reati nel Metaverso preoccupano legislatore, cittadini e difensori. Inizia la corsa alla tutela della privacy, alla proprietà intellettuale e la lotta al cybercrime

Il prototipo di una società perfetta non esiste. Dovunque ci siano delle regole, è concreta la probabilità di vederle violate con un grado di intensità più o meno alto. È questo che ci insegna la storia del mondo e le realtà virtuali non fanno eccezione. Ne è una dimostrazione la famiglia dei crimini informatici (o cybercrime), cioè quei crimini che si realizzano mediante un abuso della tecnologia. 

Pare logico, allora, parlare di reati nel metaverso, immaginando che in una dimensione vasta e tutta da regolamentare come quella di cui stiamo parlando possano concretizzarsi fenomeni con una certa rilevanza agli occhi della legge.

Questo pone grandi pressioni sia per il legislatore, sia per il cittadino titolare dei diritti, sia per chi si fa difensore degli interessi di quest’ultimo. Il che rende forse ancora più interessante guardare da vicino i contorni della sfida legale che il metaverso rappresenta per i principali protagonisti delle vicende di diritto.

La società espone al conflitto, il conflitto all’illecito

La titolazione è forte e, in un certo senso, provocatoria e va bene che sia così. Ciò che intendo, quando dico che la società espone al conflitto e che il conflitto espone all’illecito, ho intenzione di spiegarlo approfonditamente nei passaggi che seguono.

Immagina il metaverso che preferisci – se non lo sai, infatti, di metaversi ne esistono vari e la scelta dipende solo da te e dalle tue valutazioni –, immagina di creare un avatar e immagina di cominciare ad esplorare la piattaforma in libertà. Possiamo ipotizzare facilmente che, nel corso dell’avventura, tu ti imbatta in qualche altro avatar. Allo stesso tempo, possiamo immaginare che finirai per rapportarti con oggetti, edifici, strutture e tutto ciò che offre il metaverso prescelto.

Le interazioni – siano esse con altri avatar oppure con situazioni o cose immateriali – sono spesso portatrici di conseguenze. Generano degli effetti positivi, negativi o neutri. Questo significa esporsi alla possibilità di un conflitto: dal momento in cui instauri una relazione, non sai mai quale direzione intraprenderà. A ciò aggiungi che il conflitto, per sua natura, ha contorni incerti. Può rimanere entro i confini della liceità oppure può evolversi in qualcosa che travalica i contorni della legge.  

È questo che facciamo tutti i giorni senza rendercene conto, vivendo in società. Ci esponiamo alla possibilità del conflitto e dell’illecito, compiendo consapevolmente la scelta di superare o meno la linea del consentito. Un discorso che rimane applicabile al metaverso con una piccola precisazione del tutto dovuta: nel metaverso è ancora tutto in corso di definizione, quindi i confini di ciò che può essere fatto e di ciò che è oggetto di punizione sono di gran lunga più evanescenti di quelli della nostra società.

I reati del metaverso: quali diritti sono più in pericolo

Fatta questa premessa, possiamo aprirci all’individuazione dei reati del metaverso che più preoccupano gli esperti del diritto e gli scettici che ancora resistono al fascino della realtà virtuale, almeno finché non sarà più chiaro il tipo di tutela che possono aspettarsi al suo interno.

Diciamo che possiamo dividere in 3 macro categorie i reati del metaverso che al momento spiccano sugli altri per aver già avuto modo di manifestarsi o per aver già suscitato alcune speculazioni:

  • protezione dei dati;
  • proprietà intellettuale;
  • cybercrime.

Tutela della Privacy nel Metaverso

La protezione dei dati nel metaverso è un tema molto caldo, forse il più caldo al momento attuale. L’utilizzo di tecnologie all’avanguardia, supportate dal ricorso all’intelligenza artificiale, rende infatti imperativo tenere sotto controllo la raccolta delle informazioni degli utenti, specie per quanto riguarda i dati sensibili.

A destare particolare preoccupazione è la tecnologia di tracciamento dei movimenti oculari e delle espressioni facciali, mediante la quale è possibile archiviare informazioni relative alle preferenze e agli interessi della persona ma anche ai dati biometrici e perfino allo stato emotivo.

Ciò che preme è essere sicuri che l’utente sia consapevole delle modalità di trattamento dei suoi dati sin dal primo ingresso nella piattaforma. A tal fine, probabilmente non sarà sufficiente una mera informativa come avviene di routine per l’utilizzo di molte app o programmi di uso quotidiano, ma sarà necessario approntare un sistema che aiuti la persona a prendere reale contezza della mole di dati che verrà a condividere e dell’uso che la piattaforma intenderà farne.

La Proprietà Intellettuale nel Metaverso

Cosa appartiene a chi e di chi è cosa? È questa la big question del metaverso, dove tutto è digitale e, se non ti assicuri di mettere l’etichetta su qualcosa, quel qualcosa potrebbe essere letteralmente di chiunque. In quest’ottica, assume di significato la corsa di alcuni dei più grandi marchi del mercato internazionale per procedere alla registrazione del marchio nel metaverso. Stiamo parlando di nomi del calibro di Nike, Mc Donald’s e Abercrombie.

Cosa succede se non lo fai? Finisci come la boutique francese Hermès, invischiata in una causa legale per vedere tutelato il nome del proprio marchio contro l’utilizzo fatto da un artista nel metaverso. Il caso ha suscitato il clamore della cronaca per la sua non facile definizione: il giudice si troverà nell’ardua posizione di stabilire se sia possibile applicare la legge – solitamente cucita sugli oggetti materiali – su un NTF, ovverosia un oggetto immateriale.

Che sia stato questo lo sprone per tanti brand a procedere alla registrazione del marchio?

Cybercrime nel Metaverso

Il caro vecchio cybercrime – la cui normativa risale al 1993 – potrebbe essere sul punto di ricevere una bella svecchiata proprio grazie al metaverso e ai numerosi illeciti che sembra sul punto di scatenare. Se è vero che tutto si svolge su piattaforme digitali tramite strumenti informatici, del resto, come potrebbe essere altrimenti?!

Uno dei problemi che è stato sollevato in merito è quello della possibilità di creazione di false identità tramite il deep fake. In linea di massima, il deep fake è una tecnica che consente di sovrapporre immagini/video esistenti con altri originali tramite l’uso dell’intelligenza artificiale per creare volti credibili di persone non esistenti (e non solo). Questo, se rapportato al metaverso, potrebbe portare al proliferare di avatar fittizi di persone che vogliano nascondere la propria identità per il compimento di reati nella dimensione virtuale.

 

I reati nel metaverso analizzati finora sono soltanto un piccolo assaggio dell’effettiva mole di problemi con i quali cittadini, legislatore e difensori si troveranno a fare i conti di qui a breve. Motivo per cui vale la pena non lasciarsi trovare impreparati. Per come la penso io, è sempre meglio prevenire che curare.