“La fretta è cattiva consigliera. Non fare saving sul legale, altrimenti ti renderai presto conto di aver fatto saving sui tuoi diritti.”
di Riadi Piacentini
Contratto e preventivo sono la stessa cosa… E la tutela legale?
Il mondo va veloce e noi, di conseguenza, abbiamo fretta – e tanta. Siamo sempre nel bel mezzo di una call, oppure con il naso premuto sullo schermo del cellulare a districarci tra un appuntamento e l’altro, o ancora impegnati nell’elaborazione di un progetto in cui crediamo. Non c’è niente che non vada nell’urgenza di fare, specie se il carburante è l’entusiasmo. È vero anche che, a forza di andare veloce, può capitare che alcuni dettagli non proprio trascurabili vengano… be’, trascurati appunto! L’esempio che porto oggi alla tua attenzione rientra probabilmente tra le domande che ti sei fatto più di una volta e tra gli errori che hai già commesso: pensare che contratto e preventivo siano la stessa cosa.
Gli aspetti su cui voglio indurti a soffermare lo sguardo hanno come focus la tutela legale che scaturisce dall’uno e dall’altro strumento, entrambi spesso utilizzati da chi come me e te si muove tra le vie in continua trasformazione del mondo del business. L’obiettivo? Aiutarti a non commettere errori facilmente evitabili con un po’ di attenzione in più.
Contratto e preventivo NON sono la stessa cosa
Iniziamo dalle basi e, cioè, chiarendo quella che potrebbe sembrare una banalità: contratto e preventivo non sono la stessa cosa. Lo so che probabilmente ti è capitato di utilizzare un preventivo per concretizzare una collaborazione e che nessuno ha sollevato obiezioni. O, magari, sei stato tu a dire di sì a un preventivo che ti è stato sottoposto come unica assicurazione sulla prestazione che ti era stata promessa.
In questo caso, le situazioni sono due:
- tutto è filato liscio come l’olio e non ci sono stati problemi, quindi il rapporto è andato avanti e si è concluso felicemente per entrambe le parti;
- qualcosa è andato storto e uno dei due (magari tu, se sei atterrato su questo articolo) non è rimasto proprio soddisfatto del modo in cui sono andate le cose.
È in quest’ultimo caso che emerge in prima battuta come evidentemente non hai previsto proprio tutto, quando ti eri immaginato di iniziare la collaborazione. Il risultato è che ti coglie presto l’impressione di essere scoperto della tutela legale sulla quale pensavi, invece, di poter contare.
Ma perché? Cos’è successo? Provo a spiegartelo con una piccola panoramica sul preventivo.
Preventivo significato: cos’è e come scrivere un preventivo
Il preventivo non è un contratto, ma un atto di natura precontrattuale. Questo significa che, al suo interno, vengono individuati alcuni importanti aspetti che riguardano l’accordo tra le parti, descrivendo nel dettaglio l’offerta che l’una fa all’altra. In un certo senso, possiamo dire che il preventivo serve a gettare le basi per un futuro contratto.
Ecco perché è importante conoscere le regole che ti permetteranno di comprendere come formulare un preventivo ben fatto: se impostato correttamente, infatti, potrai utilizzarlo come punto di partenza da arricchire per l’elaborazione della proposta contrattuale vera e propria. Comodo, no?!
Certo, a questo punto ti starai chiedendo “Sì, tutto perfetto, ma non mi hai ancora spiegato come si fa un preventivo su misura”. E, in effetti, hai ragione! Lascia che rimedi e che ti indichi subito gli elementi che non dovrebbero mai mancare nel tuo preventivo:
- estremi di chi crea il preventivo;
- intestazione del cliente che riceve il preventivo;
- indicazione specifica dei dettagli della prestazione;
- prezzo della prestazione con calcolo dell’IVA;
- data di validità del preventivo (da basare sulla natura della prestazione) e data entro la quale il preventivo deve essere accettato e firmato.
A tutti questi fattori puramente tecnici, è possibile aggiungere ovviamente aspetti di personalizzazione, tratti dalle spiegazioni del cliente e dalle caratteristiche della singola prestazione dovuta.
Differenza tra contratto e preventivo
In base a quanto detto, possiamo oramai dirci convinti che il dubbio iniziale sia stato dissolto: preventivo e contratto sono due cose diverse, punto e basta. Ma sotto quali punti di vista e in che modo ciascuno dei due può influenzare l’instaurazione di un rapporto di natura economica tra due parti?
Torniamo ancora una volta al concetto di tutela legale. Per chiarirlo meglio, mi servirò di un esempio. Prendiamo il caso del CEO di un’impresa che sia intenzionato allo sviluppo di una piattaforma e che sia disposto a investire una bella somma (circa 80mila euro). C’è fretta di iniziare perché gli obiettivi aziendali premono per essere realizzati, tant’è che il nostro CEO decide che un preventivo sia sufficiente all’erogazione della somma e all’inizio dei lavori. Niente contratto stavolta, andrà tutto bene, se lo sente.
Cosa succede se, a dispetto delle sue previsioni, qualcosa va storto e il professionista cui si è rivolto interrompe i lavori o, peggio, sparisce? Come può agire per tutelarsi e che valore legale ha il preventivo che ha sottoscritto (se ne ha uno)?
La verità è che, in un preventivo, spesso mancano una serie di piccoli e significanti particolari, tipo: timeline definita, disciplina del recesso, regolamentazione dei test delle varie milestones, Foro di competenza e, naturalmente, l’indicazione di cosa accadrebbe in caso di ritardi nelle consegne. Per non parlare del perimetro di tutte le esclusioni, cioè attività non comprese e da quotare a parte. Varie ed eventuali.
È proprio in questi – apparentemente sorvolabili – dettagli che si gioca la differenza tra la tutela che si può ottenere in sede legale e quella che, invece, non vi trova spazio.
Quando un preventivo diventa contratto
Non c’è trucco e non c’è inganno, signore e signori. Se tutto quello che abbiamo detto è vero e rimane fermo – il fatto, cioè, che il contratto offra una tutela legale più forte –, questo non significa che sia impossibile che il preventivo si trasformi in contratto.
Tanto avviene quando c’è un’accettazione della controparte, un’accettazione che può essere tacita oppure espressa ma sempre e inequivocabilmente chiara. Nel caso in cui sia espressa e, quindi, avvenga tramite l’apposizione della firma da parte del cliente sul documento, esistono comunque due diverse situazioni che è bene conoscere:
- il cliente appone la firma con, accanto, la dicitura “presa visione”: in questo caso, il preventivo non assumerà valore contrattuale;
- il cliente appone una firma secca: in questo caso, il preventivo diventerà a tutti gli effetti un contratto.
Questo significa forse che, in fin dei conti, contratto e preventivo possano essere considerati la stessa cosa? Ebbene no! Valuta sempre che il preventivo, per sua natura, è un documento stringato e privo di dettagli. Si basa, in sostanza, su ciò che è essenziale e che serve a descrivere i contorni dell’accordo. E va bene così, perché di norma si suppone che a un preventivo segua sempre un contratto. Sappiamo, però, che così non è.
La ragione per cui il contratto offre una tutela legale maggiore del preventivo sta nella sua accuratezza. Si tratta, infatti, di un atto che nasce per delineare in modo puntuale e approfondito tutti gli aspetti che riguardano un rapporto commerciale tra due parti. Questo si traduce nella previsione di tutte le ipotesi riferibili all’accordo, garantendo un range di protezione molto ampio.
Il mio consiglio? Banale ma efficace: la fretta è cattiva consigliera. Non fare saving sul legale, altrimenti ti renderai presto conto di aver fatto saving anche sui tuoi diritti.