Startup e Ristrutturazione Aziendale: insospettabilmente vicini

Parto dalla definizione di Eric Ries, autore di The Lean Startup: “una startup è un’organizzazione umana concepita per creare nuovi prodotti o servizi in condizioni di estrema incertezza”

di Riadi Piacentini

Cosa vuol dire fare startup e ristrutturazione aziendale?

Oggi fare startup non significa più dover essere necessariamente giovani “smanettoni” e lavorare da un garage, per quanto questo mito resista nel tempo e, devo dire, con fascino invariato.

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In realtà, non è neanche necessario che tutto sia incentrato sulla tecnologia, sebbene il digitale sia spesso inevitabile.

Per fare startup bisogna avere un’idea di partenza. Da qui, test di validazione per capire se esiste un mercato di riferimento e la sua dimensione, il target, i canali di distribusione, ovviamente le spese da mettere a budget, gli strumenti di finanziamento, le strategie di crescita, la parte legale e il marketing (in ordine più o meno sparso).

Ristrutturare un’azienda, invece, significa – in estrema sintesi – “prendere” una realtà in difficoltà e portarla in acque meno pericolose. Da qui, consolidare e poi passare alla fase di crescita. Per fare tutto questo, la fase di analisi della situazione di partenza è fondamentale: capire cosa non va nei processi, nei prodotti, come gestire la liquidità, inserire il controllo di gestione, rivalutare il management e gestire i debiti. Se si riesce a fare al meglio tuto questo, la chances di tornare in salute e poi in crescita sono elevate.

In cosa Startup e Ristrutturazione Aziendale differiscono?

La differenza tra startup e ristrutturazione aziendale sta nel punto di partenza:

  • startup: ho un’idea e parto da qui a sviluppare tutto il progetto;
  • ristrutturazione aziendale: ho una realtà che presenta criticità e la sfida è risollevarla.

Ma quindi Startup e Ristrutturazione Aziendale sono due mondi paralleli o, in realtà, simili?

Per fare startup o ristrutturazione aziendale è necessario avere una serie di caratteristiche: vision, resistenza allo stress, capacità di ascolto (del mercato, dei partners, dei clienti, dei dipendenti o collaboratori, anche e soprattutto di sé stessi), elasticità mentale, preparazione tecnica, capacità di delegare, essere focalizzati ma, allo stesso tempo, avere una visione d’insieme, saper testare e ripartire da zero se qualcosa non funziona, saper essere oggettivi e non innamorarsi di un’idea, saper cambiare rapidamente e – perchè non inserirlo?! – saper usare la tecnologia.

…e allora, ecco che emerge il concetto di re-start connesso alla ristrutturazione aziendale.

Non si può sperare di ottenere risultati diversi facendo sempre le stesse cose, giusto?